Daniela Dessì e Fabio Armiliato, Bohéme a Torre del Lago – ItaliaChiamaItalia

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Un grande amore nella vita e sulla scena dove i due protagonisti sono due grandi della musica lirica internazionale. Lei il soprano italiano più famoso al mondo, lui il tenore che il mondo ci invidia. Daniela Dessì e Fabio Armiliato hanno appena festeggiato 14 anni della loro unione, sono innamorati più che mai e questa sera nella splendida cornice a Torre del Lago saranno Mimì e Rodolfo nell’Opera in assoluto più rappresentata al mondo: la Bohéme di Giacomo Puccini.

Sono un esempio straordinario di doti vocali, interpretative e drammatiche. Lei la prima e unica interprete occidentale ad aver portato Madama Butterfly a Nagasaky, in Giappone, con una tournée del Festival Pucciniano a Torre del Lago. Lui un raffinato interprete di Mario Cavaradossi in Tosca, che ha portato questo ruolo in giro per il mondo e con il Teatro dell’Opera di Roma in tournèè in Giappone ha raccolto 45 minuti di applausi: un vero e proprio successo che passerà alla storia.

Hanno ricevuto i premi e i riconoscimenti più prestigiosi che si possono aggiudicare in una sfavillante e trionfale carriera lirica interpretando moltissimi ruoli. Quando si ha la fortuna di parlare con loro gli ingredienti che colpiscono sono la grande umiltà ed educazione che nonostante siano due dei dell’Olimpo lirico, fanno della modestia un loro must.

Daniela e Fabio, questa sera la Premiére de La Bohéme con la regia firmata da Ettore Scola: come avete lavorato con lui?

“Sono felice di aver potuto lavorare con lui perchè sono una grande ammiratrice. Ho lavorato con serenità e grande voglia di costruire insieme”, spiega Daniela a Italiachiamaitalia.it, “è un regista e uomo sensibile da lasciare a noi cantanti la libertà esprimere quello che abbiamo dentro di noi. I personaggi di questa Bohéme sono frutto delle sue e nostre opinioni in merito per raggiungere un assolo eccellente. Devo ammettere che le idee di tutti noi collimavano perfettamente con le sue”.

“Ho trovato in Ettore Scola – dice Fabio da parte sua – una persona straordinaria sia come essere umano che come artista, un regista fantastico. Con lui i personaggi di Bohéme risplendono poichè è riuscito a mettere in evidenza aspetti e particolari nel dettaglio. E’ riuscito ad adattare il suo occhio cinematografico alle esigenze del palco. L’impianto scenico è molto bello e mette in risalto un Bohéme viva e vera. Solo un maestro del cinema come lui poteva far un lavoro così curato nel dettaglio”.

Bohéme è l’Opera in assoluto più rappresentata al mondo, perché?

“E’ un capolavoro!”, commenta Fabio, “un’unione tra storia e letteratura con parole messe in musica. E’ una sintesi del teatro musicale, un grande capolavoro di Puccini. E’ ambientata a Parigi, che è la culla degli artisti, fucina dei ragazzi che vogliono far carriera. Così come ha messo in evidenza anche il film di due anni fa di Woody Allen, Midnaight in Paris, dove i personaggi artistici della storia di quel tempo vertevano tutti su Parigi, da italiani a americani e  spagnoli, in cerca della loro strada verso il successo. L’ambientazione, la musica e la storia rendono Bohéme straordinaria e quando ci sono gli accordi finali della morte di Mimì mi prende sempre una pugnalata nello stomaco. La Bohème si adatta bene anche nel teatro moderno, per tutti questi motivi è la più rappresentata al mondo”.

Fabio, Rodolfo e Daniela, Mimì. Innamorati sul palco e innamorati nella vita. Quanto conta il trascorso e l’attuale personale sul palco?

“Il nostro rapporto ha appena festeggiato 14 anni, abbiamo passato due volte i 7 anni e credo che il nostro amore sia ben saldo”, dichiara Fabio. “Ci siamo conosciuti in un momento storico dove le nostre carriere erano ben consolidate e ci siamo potuti dedicare l’uno all’altra. Interpretare i ruoli pucciniani dando quel valore aggiunto che scaturisce dal personale senza dubbio rende maggiormente vera l’interpretazione. Ci sono sfumature, complicità e quell’alchimia che vengono fuori sulla scena solo se si è una coppia anche nella vita. E’ un contributo maggiore non solo vocale ma anche attoriale. Siamo molto spontanei e generosi in tutto sia nella vita che nel lavoro”.

Secondo Daniela “il vero sentimento traspare. E’ un valore aggiunto all’interpretazione che seppur sviluppata nel migliore dei modi non può essere come quando si è innamorati anche nella vira reale.  E’ un aiuto per noi artisti quando s’interpretano amori così forti e il pubblico lo coglie”.

Per Daniela “il fascino di Torre del Lago è incredibile. Senti che respiri la musica di Puccini, ti senti avvolta da una straordinaria energia. Il Teatro è ubicato sul lago in uno scenario da favola. Invito tutti coloro che possono a venire, perchè mai rimarranno delusi da tanta bellezza”.

Per Fabio “è come rivivere quando Puccini componeva le Opere, avere sinergia e coinvolgimenti tali che ti portano a viaggiare con la fantasia. Vedi la luna che lui vedeva tramontare sul lago e le colline intorno che vedeva lui. Si respira la sua aria e il suo vissuto musicale. Noi artisti cerchiamo di fare il possibile per rendere giustizia ai suoi capolavori e divulgarli  sempre nel miglior modo possibile”.

Qual è il ruolo che più ti si addice nel panorama lirico?

Fabio: “Tutti i ruoli quando li interpreto li sento parte di me. Tra i miei principali c’è Cavaradossi e anche in questo caso sono sempre me stesso. Puccini ha avuto e ha un gran peso nella mia vita artistica. Ricordo quando ho ascoltato Bohéme per la prima volta con la voce di Beniamino Gigli e poi con la voce di Luciano Pavarotti, mi sono innamorato di questo personaggio”.

Daniela: “M’innamoro  realmente di tutte le eroine che canto. Non c’è n’è una in particolare. Posso solo dirti che amo Butterfly che ho portato in giro per tutto il mondo e Mimì poichè ho iniziato a interpretare per la prima volta a 16 anni”.

Il Belcanto nasce in Italia e oggi il mondo , soprattutto l’Oriente, ci copia. Basti pensare che il teatro NCPA di Pechino è diventato il primo Teatro al mondo ed è nato nel 2007. Il futuro della lirica si chiama Cina?

Fabio: “Per anni abbiamo portato la lingua italiana e l’opera lirica in giro per il mondo. E’ ora che si raccolgano i frutti ed è bene che siamo stati bravi a insegnare agli stranieri. Che sia Oriente o Sud America questo non conta, quello che conta è aver lasciato il segno nel mondo. Le istituzioni in Italia dovrebbero incrementare e sovvenzionare un bene tale come la lirica che mi chiedo coma mai ancora non sia patrimonio dell’UNESCO. E’ inaccettabile! I giovani lirici di oggi non hanno la sicurezza di una lavoro come abbiamo avuto noi. Ci sono tanti talenti che hanno il diritto di poter vivere di questa sublime arte. Non siamo competitivi nel nostro Paese: è assurdo!”.

Daniela, sei il soprano italiano più importante al mondo. Quanto pesa mantenere questo status?

“Intanto grazie! Diciamo che non pesa, poichè trovo questa parola essere un po’ troppo forte. Senza dubbio è molto faticoso, bisogna sempre dare il massimo e studiare di continuo per migliorarsi sempre. Devo ammettere che però ha anche un aspetto affascinante e il rovescio della medaglia è che raccogli tante soddisfazioni”.

Alessandra Giorda 

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