Madama Butterfly – Teatro Carlo Felice, Genova

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Nemo propheta in patria est è un proverbio che non mi si addice. Nella mia città ho debuttato come cantante nel 1980 e nella mia città sto per debuttare come regista. Una grande emozione”.
Così ha affermato Daniela Dessì nei giorni che hanno preceduto la prima di Madama Butterfly, andata in scena al Teatro Carlo Felice di Genova. Lo spettacolo segna infatti un’ulteriore tappa della straordinaria carriera del soprano ma rappresenta anche la scelta coraggiosa e impegnativa di vestire il doppio ruolo di regista e protagonista dell’opera, uno dei personaggi più ricchi e ardui del repertorio. “Cio-Cio-San è una giovane donna che cerca la libertà dalle convenzioni, si innamora di un uomo dalla mentalità assai diversa dalla sua, cambia persino religione inseguendo il suo sogno. Nella mia lettura ho cercato di rendere, con il ricorso a un paravento, una doppia esistenza, quella che la donna insegue e quello reale” (dall’intervista a Repubblica – Genova del 15-02).

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Adattandosi all’essenzialità delle scene di Beni Montresor dell’allestimento del 1995, il lavoro di regia di Daniela Dessì mette infatti a fuoco la vicenda senza schemi o dettagli che distraggano dal nucleo doloroso del dramma (la visione del porto o la nave Abramo Lincoln): le quinte, una pedana che rappresenta la casa di Butterfly e i suoi sentimenti più nascosti, la sua fragilità, e il fondale, un paravento che raffigura un ramo di ciliegio che prende vita o si trascolora assieme alle emozioni della protagonista, costituiscono così l’unico diaframma, con la funzione decisiva di separare l’illusione in cui vive la protagonista da una realtà crudele e impietosa. Solo gli altri personaggi, attraversandolo, mantengono un trait d’union fra le due sfere e contribuiscono ad alimentare o distruggere le speranze di Cio-Cio-San, fino al momento finale, quando l’atto estremo di Butterfly la libera definitivamente dalla supremazia maschile e da quella della sua società.

46-cio-cio-san-(-daniela-dessi'-)-pinkerton-(-fabio-armiliato-)Tutti gli effetti, i colori più o meno enfatizzati dalle luci o il gioco delle ombre, sono modellati da questa precisa strategia: rispecchiare la vicenda emotiva della protagonista e favorire l’immedesimazione dello spettatore nel suo percorso di crescita verso il dramma finale, il dramma di  una vita che l’ha vista tragica protagonista troppo presto e suo malgrado, ma che, quale donna e madre defraudata degli affetti più cari, abbandona senza ripensamenti.

Ad aumentare l’interesse di questa produzione, la scelta di mettere in scena la seconda versione dell’opera, che Puccini presentò nel 1904 al Teatro Grande di Brescia, dopo il fiasco in occasione della rappresentazione di qualche mese prima alla Scala di Milano.

Anche dal punto di vista interpretativo, Daniela Dessì ha sfruttato la grande esperienza che deriva dall’avere affrontato un repertorio molto ampio, come raramente accade, che spazia dal barocco al Novecento, attraverso più di settanta ruoli operistici. La sua Butterfly è un’eroina, che da ragazza ingenua si trasforma in donna matura e madre, ed è resa rinunciando a tutti gli elementi kitsch e agli eccessi di stampo verista che troppo spesso caratterizzano le opere di questo repertorio.
La sua intensa interpretazione è stata accolta trionfalmente dal pubblico del Carlo Felice, che ha decretato il successo di questa doppia sfida.

Courtesy photo Marcello Orselli

MADAMA BUTTERFLY
Versione Teatro Grande di Brescia, 1904
18 febbraio – 2 marzo 2014
Teatro Carlo Felice, Genova

Direttore              Valerio Galli
Regia                   Daniela Dessì
Scene                  Beni Montresor
Costumi              Alice Montini
Luci                      Luciano Novelli

Orchestra del Teatro Carlo Felice
Coro del Teatro Carlo Felice

Cio Cio San         Daniela Dessì
Suzuki                  Renata Lamanda
Kate Pinkerton    Marina Ogii
F.B. Pinkerton      Fabio Armiliato
Sharpless             Stefano Antonucci
Goro                      Enrico Salsi