Turandot – Teatro Carlo Felice, Genova

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“La parte di Turandot è molto difficile, un grande personaggio che si può affrontare solo nella maturità”, ha affermato più di una volta Daniela Dessì, promettendo al pubblico genovese che avrebbe ascoltato qualcosa di diverso e di nuovo rispetto all’interpretazione convenzionale che viene data dell’algida principessa. “Ho affrontato questo personaggio cercando di evitare una vocalità da ‘valchiria’ e ho provato a tirare fuori dei colori diversi”, ha spiegato in un’intervista il soprano. “In quest’opera sei sola davanti al pubblico. Ma è anche vero che si tratta di una storia da favola, capace di farti sognare”.

Un debutto che aveva dunque il sapore di una sfida, superata trionfalmente come ha decretato il consenso senza riserve di pubblico e critica.

Turandot - Teatro Carlo Felice, Genova

La produzione era quella storica, bellissima, di Giuliano Montaldo, ripresa da Fausto Cosentino. Sul podio dell’Orchestra del Carlo Felice il Maestro Donato Renzetti e, accanto a Daniela Dessì, Mario Malagnini ha interpretato Calaf, Roberta Canzian (Liù), Ramaz Chikviladze (Timur), Francesco Verna (Ping), Enrico Salsi (Pang), Manuel Pierattelli (Pong), Massimo La Guardia (l’Imperatore Altoum).

La critica ha detto:

“Gli enigmi sono tre, la Dessì è una. Anzi unica. Da tempo, infatti,fidava la potente Dimitrova/Turandot, avrebbe mai potuto trasformarsi, ella stessa, nella terribile erede della principessa Lo-u-ling? La risposta è sì. Con una carriera favolosa per qualità, prestigio e durata, Daniela Dessì aveva voglia di togliersi questo «capriccio» (parola sua). Sicché ha lanciato la propria voce inconfondibile – palpitante, sensuale, elettrica – oltre l’ostacolo, che è poi lo stereotipo, di una Turandot con suoni e metodi per così dire «wagneriani». […] Daniela Dessì ha affrontato con passione, con intelligenza, ma soprattutto affermando con ciò quanto potenziale espressivo si annidi tra le pieghe di una voce (ma sarebbe meglio chiamarla «anima») decisamente lirica e istintivamente musicale, spinta sì verso l’estremo limite del canto, però algida mai, al contrario innervata di inquietudini enormi e contrarie (il desiderio di amore e la paura di amare), dolorosamente inconfessabili se non attraverso il ricordo, tanto assurdo quanto assiduo, della dolce ava profanata: la principessa Lo-u-ling
Elena Formica – La Gazzetta di Parma

“Bella e intensa la Turandot di Daniela Dessì: una resa del personaggio molto originale, frutto di grande maturità interpretativa, che della principessa assassina ha messo in evidenza non la glaciale inflessibilità e la irremovibile compostezza, quanto invece l’umanità, la paura, la debolezza che guida le sue azioni. Una Turandot sofferta e donna, responsabile della propria frigidità e sofferenza, dalla personalità complessa e sfaccettata.”
Barbara Catellani – Operaclick

Turandot-03“Al debutto era invece Daniela Dessì nelle vesti della gelida regina. Solido mestiere alle spalle, la  Dessì ha regalato una Turandot “Umana” convincente sul piano vocale e scenico.”
Roberto Iovino – La Repubblica (Genova)

“Le luci della ribalta erano tutte puntate sul debutto, da alcuni ritenuto temerario, di Daniela Dessì nelle vesti della principessa di gelo. Il timbro è quello malioso di sempre, così come la pasta della voce – liquida, densa, preziosa – e la sua impostazione si rivelano una volta di più squisitamente incanalate all’interno dell’autorevole solco della scuola italiana. [...] Tra gli esiti migliori della Dessì si annoverano la vellutata eleganza di un rarefatto Liù, che proferisce la fatale parola rispondendo a cosa le dia tanta forza per resistere al supplizio della tortura – e le pur rigogliose filigrane del finale quando, smessi i panni di novella imperturbabile sfinge, emerge il lato fragile della donna vinta dal sentimento supremo.”
Ilaria Badino – Il Corriere Musicale

Turandot - Teatro Carlo Felice, Genova“Il cast [...] ha visto svettare la voce di Daniela Dessì, al debutto nel ruolo della principessa di ghiaccio; grande generosità e tecnica impeccabile, e notevole scavo psicologico del personaggio, hanno coronato la sua prova.”
Andrea Ottonello – Il Corriere Mercantile

“Attese soddisfatte da un’interpretazione di Turandot che il soprano genovese saprà certamente approfondire, ma in cui fin d’ora ha saputo sottolineare con sensibilità, nel finale, la trasformazione del personaggio da “principessa di gelo” a donna finalmente innamorata, sostenendo in ogni momento con giusto carattere la difficile vocalità di tutta la sua parte.”
W. Edwin Rosasco – Il Secolo XIX