Dessì e Armiliato in concerto – Bologna

Concerto-38©Sperotti
Amore per la Musica è amore per la Vita

di Didier Pieri

Nella vita di tutti i giorni siamo portati a scontrarci con realtà più o meno positive e l’obiettivo della Fondazione Hospice Seragnoli di Bologna è quello di rendere migliori gli ultimi momenti dei malati senza speranza, di addolcire quegli istanti che precedono la partenza e renderli meno dolorosi. Donare un contributo per questa causa era nostro dovere ed il modo preferibile per farlo era unire all’amore per la Vita, per la bellezza di essa, l’amore per la Musica. Il Teatro Comunale è stata infatti la sede, lo scorso 26 ottobre, di un intenso concerto lirico-sinfonico che ha potuto vantare la partecipazione della coppia d’oro della lirica italiana: Daniela Dessì e Fabio Armiliato. Il programma, variegato e comprendente i brani più significativi delle opere che i celebri soprano e tenore hanno interpretato in tutto il mondo, dal MET alla Scala, da Parigi al San Carlo di Napoli, prevedeva una prima parte dedicata interamente al teatro lirico ed una seconda con brani dall’operetta, dal musical e dal repertorio del tango argentino (campo in cui il tenore Fabio Armiliato sta riscuotendo grandi successi e di cui si è riconfermato in più occasioni profondo conoscitore). L’orchestra del Comunale di Bologna, una delle eccellenze teatrali italiane, ha accompagnato i due artisti ed ha eseguito, diretta con energia da Carlo Tenan, la sinfonia dalla Forza verdiana, i preludi di Macbeth e Traviata e l’ouverture del Fledermaus  di Strauss.

Apriva la parte cantata Armiliato con “Ch’ella mi creda” da La fanciulla del West, forse la più anomala e bella tra le opere pucciniane, intonata da Dick Johnson nel III atto – il ruolo del bandito messicano ha sempre avuto nel tenore genovese un interprete tra i maggiori, e ricordiamo almeno le ultime recite eseguite a Roma, Siviglia e Torre del Lago fino al 2010. Quasi contemporanea alla precedente opera è Adriana Lecouvreur, da cui Daniela Dessì ha interpretato “Ecco, respiro appena…Io son l’umile ancella”, la toccante ed intima aria di ingresso della protagonista. Ancora una volta la Dessì si riconfermava Adriana di riferimento (l’ultimo approccio all’opera risale alla scorsa primavera a Skopje, in Macedonia) per il saper accarezzare le note con insieme la potenza e la delicatezza di una voce che non ha mai temuto rivali. Seguiva il meraviglioso duetto “Già nella notte densa” che chiude il primo atto di Otello, e dove abbiamo trovato due esempi calzanti della parola scenica verdiana, tanto decantata ma mai del tutto compresa. Soppesare ogni consonante per dare suono diverso, un’atmosfera ora serena ora energica alle vocali su cui il canto si espande – questo può spiegare quel concetto. Otello e Desdemona erano, con la Dessì e Armiliato, capaci di trovare quella dolcezza di espressione che spesso si perde in questa tragica trama shakespeariana. Proseguiva il programma con il grande monologo del III atto sempre di Otello “Dio mi potevi scagliar”- in cui Armiliato si riconfermava padrone del difficile declamato cui si deve dare un senso angoscioso senza renderlo eccessivamente “recitato” e ridondante; il pianissimo a fior di labbro di “l’anima acqueto” è stato emozionante nella sua limpidezza, subito lasciato per lanciarsi nell’incalzare delle frasi seguenti fino al liberatorio “oh gioia” finale, su uno squillante si bemolle.

Concludeva la parte dedicata all’opera un “Pace mio Dio” dalla Forza verdiana cantato come meglio non si potrebbe sperare da Daniela Dessì; la purezza del timbro e la rotondità della voce rendevano ancora più cullante la malinconica aria di Leonora – messe di voce, pianissimi, crescendi…ogni dinamica era rispettata ed aggiungeva pathos all’ineluttabile angoscia dell’eroina.

D_F©SchicchiLa seconda parte vedeva i due artisti impegnati nel celeberrimo e fresco valzer “Tace il labbro” dalla Vedova allegra, in “Tonight” da West side story di Leonard Bernstein e nell’affascinante tango El dia que me quieras del celebre compositore argentino Carlos Gardel. Confermando la proprietà di stile che ha consentito alle due voci di rendere al meglio un brano di musical ed uno di operetta, quando non sempre i cantanti d’opera possono risultare validi interpreti dei suddetti generi, è necessario soffermarsi sul tango argentino. Il brillante e fantasioso arrangiamento del brano era del noto pianista e compositore Fabrizio Mocata, che collabora assiduamente con Fabio Armiliato nella riscoperta e riproposta di questo raffinato repertorio oggi ormai inconsueto. Il tango, toccante e così sensuale nel suo tipico andamento, era reso al meglio dalla mediterraneità delle nostre due voci. Concludeva il concerto, presentato da un Pippo Baudo in forma smagliante, l’immancabile bis col brindisi di Traviata, in cui mi preme sottolineare ancora una volta la proprietà stilistica di Daniela Dessì, l’unica Violetta che abbia sentito – nei dischi e a teatro – che esegue la scrittura verdiana delle agilità di “che la bellezza infiora” e seguenti così com’è indicata sullo spartito. Alla grande carriera, che li porterà prossimamente entrambi in Spagna (Daniela Dessì a Las Palmas per Andrea Chénier e Fabio Armiliato per Otello a Valladolid), i due artisti stanno affiancando l’attività di insegnamento con masterclass di grande interesse per i giovani che vogliano dedicarsi professionalmente allo studio del canto o che vogliano perfezionarsi sotto due sicure guide.

Grazie al Teatro Comunale di Bologna per aver concesso i suoi spazi ad una causa nobile e per aver ospitato questa meravigliosa serata di musica e d’amore.

Courtesy photo Sperotti, Schicchi

La critica ha detto:

“Teatro gremito in ogni ordine di posti. [...] Una serata che batteva a ritmo del cuore e della generosità, come ha più volte sottolineato Pippo Baudo, mentre anche le mani del pubblico battevano per le performances dei solisti Daniela Dessì e Fabio Armiliato”.
Il Resto del Carlino

“[...] una smagliante e brava Daniela Dessì (“Io son l’umile ancella”, Adriana Lecouvreur, “Pace, pace mio Dio”, La forza del destino) che ha sfoderato i suoi “artigli” vocali della leonessa del palcoscenico (dove tra l’altro debuttò giovanissima in una Vedova allegra!). [...] Momenti intensi nei duetti, dalla bellissima pagina di Otello, “Già nella notte densa”, nella frizzante “Tace il labbro”, da La vedova allegra, e nel romantico “Tonight” di West Side Story.”
Sabino Lenoci - L’Opera