Otello – Liegi

Otello

Dopo avere interpretato il ruolo di Desdemona in più di 60 rappresentazioni nei più importanti teatri d’opera internazionali, tra cui quelli di Los Angeles, Berlino, il Liceu di Barcellona, la Staatsoper di Monaco, il Teatro Real di Madrid, l’Opernhaus di Zurigo, l’Arena di Verona, il Covent Garden di Londra, senza dimenticare la straordinaria edizione scaligera del 2005, Daniela Dessì, al suo debutto all’Opéra Royal de Wallonie, conquista il pubblico di Liegi che le tributa un grandissimo successo personale.
Firma la regia di questa produzione di Otello Stefano Mazzonis di Pralafera, direttore generale del Teatro. Sul podio il Maestro Paolo Arrivabeni e, nel ruolo del protagonista, Fabio Armiliato al suo felice debutto come Otello.

La critica ha detto:

Otello2“Con estrema naturalezza l’esperta Desdemona di Daniela Dessì segue fedelmente il tracciato verdiano e gioca sulle delicate mezze voci, sui pianissimi eterei, puntando su un personaggio remissivo e rassegnato al suo destino, come in fondo Desdemona è. Nei punti nodali, cioè nei grandi voli melodici dei concertati e dei duetti, la Dessì tira fuori le unghie e lo fa con intelligenza, senza mai forzare o uscire da una linea nobile e lirica. L’Ave Maria, il duetto del I atto e lo scontro violento del III sono il nucleo della sua interpretazione”.
Enrico Stinchelli

“Daniela Dessì: una Desdemona assoluta. Nel senso originario di “ab-soluta”, cioè sciolta, libera, donna senz’altra dolcezza (non sdolcinatezza) dell’essere donna e dell’amare, retta e diretta nell’offrire una Desdemona verdianamente intensa, nobile e sincera senz’artificio, nel canto sapiente. Nessun cedimento alla maniera, all’effetto standard, a quello che potremmo chiamare “paté di patetico umido di lacrime”. Essenziale, cioè tesa all’essenza, la Dessì. Un canto che sa materializzare anche il silenzio, rubando pause all’inarrestabile scorrere della tragedia, come nella splendida “Ave Maria”: una lezione non solo di stile , ma anche di interpretazione al servizio di ciò che è evocazione, anima. Una Dessì che non si scorda”.
Elena Formica - Gazzetta di Parma